FE.R.S.A.CO. – Federazione Regionale Sarda Associazioni Corali, ha sede a Nuoro, non poteva essere altrimenti. Da una nuorese, Elena Carotti, è presieduta. Fin dai primi anni ’50, la città è sempre stata fermento di canto corale. Nonostante la presenza di diverse classi sociali, nei vari “iscopiles” antesignani dei moderni bar, era facile incontrare l’illustre penalista come il contadino cantando davanti ad un bicchiere di vino. A parte i momenti del carnevale, vi è sempre stata la tendenza all’aggregazione, almeno in questo settore, con la costituzione di famose Filarmoniche. Celebre, negli anni ’30 il complesso diretto dal maestro Giuseppe Rachel, denominato: “Corpo Musicale Filarmonico”. Il complesso da lui diretto comprendeva anche una sezione canora, di voci miste, alla cui preparazione collaborava anche il Maestro Tomaso Madrigali, organista della Chiesa delle Grazie e insegnante di musica presso l’Istituto Magistrale di Nuoro. Ma il vero Cenacolo del buon canto nella Nuoro dei secondo dopoguerra furono le Sacrestie, dove si impastava il Canto Sacro con le più originali vibrazioni e timbri della coralità sarda più antica, la polifonia de su cuncordu. Il Reverendo Don Sergio Piras, senza alcun dubbio, ebbe modo di apprezzare le naturali doti canore di molti giovani. Analoga esperienza fece il gruppo delle Grazie, sotto la guida di Padre Pio dei Giuseppini e del Maestro Madrigali. La Schola Cantorum della Chiesa della Madonna delle Grazie è stata, infatti, l’accademia e la prima palestra di canto polifonico per molti giovani. Ricorda Antonello Mele, fondatore nel 1952 del Coro di Nuoro: “Si aveva la sensazione che si stesse perdendo qualcosa di molto importante che le generazioni precedenti non avevano tramandato in maniera adeguata attraverso documenti scritti. Questa consapevolezza, unita ad una grande sensibilità per la musica, é stata un incentivo ad organizzarsi in “coro”. Fatale conseguenza di questo indottrinamento musicale, fu il trasformare in altrettante “Cappelle Sistine” molti iscopiles dei vicoli intorno al Corso Garibaldi. Le esperienze canore extra ecclesia, tendevano a verificare la conciliabilità dei canto vocale più colto e gentile, con il canto profano più tradizionale. L’originalità del canto Nuorese consisteva, dunque, nel fondere il “sol” e il “la”, tipiche note del canto melismatico sardo, con partiture monosoniche eseguite in assenza della tecnica del “basso sardo”, che veniva, ricordiamolo, ottenuto mediante “fusione” delle corde vocali, nell’abbraccio dei due “sol” distanti un’ottava musicale. Del resto, la tradizione locale, da sempre presentava questa varietà melodica e di esecuzione. Si pensi al canto sacro del Natale e della Settimana Santa, e ai gosos in genere. Nel canto vi è un atteggiamento più severo e sofferto da parte dell’esecutore, del resto mosso dal contenuto poetico da lui prescelto. Per questi ultimi motivi il canto della Settimana Santa ha una sua originalissima drammaticità. I meno giovani, tra i nuoresi, ricorderanno ancora i cantori delle confraternite, Sos Crofàrios. A parte il modello più arcaico de su cuncordu il nuorese ha sempre avuto nella propria tradizione la pratica di altre forme di canto popolare: il canto “a chitarra” ad esempio. Doveroso un cenno al canto femminile “a sa labadoria”, che veniva praticato in occasione di fatiche quotidiane, come la discesa al fiume per lavare i panni. Un canto sul tipo dei muttos, da eseguirsi senza accompagnamento strumentale. “S’attittu” canto funebre riservato anch’esso alla donna, trovava invece una forte eco nel canto della settimana santa. Il canto monodico è oggi alla base di numerosi canti in coro. Tanta disponibilità di varietà di canti, lasciava intravvedere un potenziale repertorio da valorizzare con una ricerca corretta e continua. Fu dunque fatale l’incontro dei due nuclei storici, di Seuna e di Santu Predu. Determinante fu l’incontro di tanti giovani con Mario Ganga. Nuorese, funzionario dell’INPS, animatore di tante iniziative ENAL. Lui capì il valore di questi giovani, ma capì anche che era necessario un coordinatore tecnico, un direttore che curasse gli adattamenti dei motivi tradizionali. Venne inserito Banneddu Ruju, e il Coro fu fatto. Le prove si svolgevano in un’aula delle scuole elementari Podda, e una delle prime manifestazioni cui il Coro partecipò, vincendo il primo premio, fu la Cavalcata Sarda, a Sassari, nel 1953. Il Coro, per l’occasione, venne segnalato dal Comune di Nuoro, tramite il Rag. Gonario Verachi, che fu, anche in seguito, grande estimatore e sostenitore del sodalizio. Ma il grande trionfo in campo nazionale il Coro lo ottenne in occasione della trasmissione radio “Il Campanile d’Oro”, condotta da Silvio Gigli.
All’inizio degli anni 60 il Coro di Nuoro passa alla direzione del Maestro del folklore Gian Paolo Mele, che già aveva gravitato all’interno del gruppo di ballo ENAL, introdotto quale suonatore di fisarmonica e organetto diatonico. Questo suo inserimento era nella logica delle cose, avendo attinto in famiglia i principi della sardità. La madre signora Peppina, era un’abile suonatrice di armonica a fiato e praticante in gioventù del ballo sardo. Fu lei che iniziò Gian Paolo alla danza sarda, mentre il babbo, signor Gino, gli fece conoscere le prime armonie della polifonia sarda de su cuncordu, in occasione di incontri familiari.
Tra una Messa ed un concerto, uno “spuntino” allungato da qualche bicchiere di buon vino, col tempo ci sarà una naturale fuga dai cori per creare nuove formazioni. Dopo la Schola Cantorum delle Grazie ed il Coro di Nuoro, nasceranno il Coro Barbagia, il Coro Nugoro Amada, il coro Grazia Deledda, il coro Ortobene, il coro Canarjos; oltre a corali polifoniche storiche come la “Ennio Porrino” fondata dal canonico don Giuseppe Meloni nel 1971, il Complesso Vocale di Nuoro diretto dalla Maestra Franca Floris, la corale “Domenico Bartolucci”, corale “Priamo Gallisay”, “Sas Nugoresasa”, “I cantori di via Majore” diretti da Alessandro Catte che ha lasciato la direzione del Coro Ortobene dopo 30 anni.
Non solo celebrazioni religiose, come la suggestiva Messa in onore di Cristo Redentore il 29 Agosto sulla cima del Monte Ortobene, per i cori nuoresi.
Rassegne internazionali organizzate:
numerose le edizioni della Rassegna Internazionale delle Corali Polifoniche organizzata dalla Polifonica “Ennio Porrino”.