Festa di San Francesco

“Nelle  campagne  di  Nuoro  (come  in  quasi  tutta  la  Sardegna) ci  sono  vecchie  chiese  circondate  da  stanzette  chiamate  «  sas cumbissias  ».  Il  popolo,  ed  anche  i  signori  e  la  gente  ricca, che  giunge  persino  a  farsi  costrurre  appositamente  una  o  due «  cumbissias  »,  va  ogni  anno  in  queste  chiesette  e  vi  dimora per  tutto  il  tempo  della  novena.  «  Sa  cumbissia  mazzòre  »,  cioè la  stanza  maggiore,  è  riservata  al  cappellano  e  spesso  ha  diretta  comunicazione  con  la  chiesa.

 […] San  Francesco  è  la  festa  campestre  più  caratteristica. Posta  tra  i  villaggi  di  Lula,  Orune,  Bitti  e  la  città  di  Nuoro, gli  abitanti  di  tutti  questi  luoghi  se  ne  disputano  il  possesso- spirituale.

Dicono  i  nuoresi  :

—  San  Francesco  è  nostro.

—  No  —  rispondono  gli  altri  —  è  nostro.

Fatto  sta  che  i  priori  ed  il  cappellano  sono  nuoresi.

Le  famiglie  nuoresi  che  si  recano  a  novenare,  concorrono ciascuna  per  una  quantità  di  grano.  Con  la  farina  che  se  ne estrae  si  fanno  i  maccheroni la  minestra  e  il  «filindeu»,  di cui  ciascuno  approfitta.  Sono  chiamati  i  «  maccheroni  di San  Francesco  »  o  il  «  filindeu  di  San  Francesco  ».

Tutto  viene  benedetto,  e  San  Francesco  si  offende  se qualche  visitatore  si  rifiuta  di  assaggiare  i  suoi  maccheroni  o il  suo  «  filindeu  ».  Vicino  alla  chiesa  c’  è,  a  proposito,  un  pre¬cipizio  chiamato  il  «  fosso  della  sposa  ».

La  leggenda  dice  che  una  sposa  nuorese  recatasi  alla  festa, di  San  Francesco  non  solo  non  volle  mangiare  del  «  filindeu  » benedetto,  ma  lo  derise  come  cosa  schifosa.  Al  ritorno  precipitò da  cavallo  e  cadde  nel  dirupo,  che  poi  prese  il  suo  nome.

Al  ritorno  tutti  i  novenanti  di  San  Francesco  –  in  maggio  – rientrano  a  Nuoro  in  processione. Precede  il  cappellano  e  il  priore  che  tiene  lo  stendardo. Appena  rientrano  nell’  abitato  la  campana  del  Rosario  squilla come  se  si  trattasse  davvero  di  una  processione.

Arrivati  a  questa  chiesa  i  novenanti,  tutti  a  cavallo,  con le  donne  in  groppa  e  i  bambini  sul  davanti  della  sella,  galoppano  tre  volte  in  giro,  poi  si  spartiscono  ed  ognuno  ritorna a  casa  sua,  con  le  bisaccie  piene  di  torroni  e  di  confetti  e  con lo  spirito  pieno  di  entusiasmo  e  di  fede.”

Così scriveva Grazia Deledda a proposito della festa in onore del santo di Assisi nella Rivista delle Tradizioni Popolari Italiane di Angelo De Gubernatis del 1894.

L’edificazione della chiesa campestre dedicata a San Francesco nel XVI (ultimo rifacimento datato 1795) risale ad una leggenda: si narra che un bandito in fuga nelle campagne del nuorese chiede al poverello di Assisi che l’aiuti a dimostrare la sua innocenza circa i delitti di cui è accusato: per la grazia ricevuta fa erigere il santuario in agro di Lula. La chiesa si presenta a navata unica, voltata a botte con un presbiterio a cupola ottagonale, ha quattro nicchie per lato; custodisce in una nicchia sull’altare maggiore la statua lignea di San Francesco, di fattura  seicentesca e scuola napoletana. Dell’organizzazione della festa si occupano i Priori nominati dal Vescovo, solitamente durante  la festa di San Giuseppe ma non c’è una data specifica per l’investitura, e sono sempre marito e moglie nuoresi.  Il 28 Aprile i priori in carica partono alla volta del santuario dove accoglieranno i pellegrini che, partiti dal sagrato della chiesa del Rosario di Nuoro nella notte tra il 30 ed il primo Maggio, vi giungeranno percorrendo a piedi, per strade e campagne e toccando le varie stazioni di sosta, i 32 chilometri che separano la città dalla chiesa: qui, insieme a tutti gli altri fedeli giunti, gli verrà offerto, nella sede del priorato, su cumbidu, in genere biscotti e caffè,  ed il pranzo a base di pietanze tipiche della festa come su Filindeu e su Zurrette, e più in generale cucinano e offrono tutto ciò che viene loro donato durante l’anno (carne dai pastori ecc).  Dal 1 Maggio ha inizio la novena con molti fedeli che pernottano nelle cumbessias, le casette fatte costruire intorno alla chiesa dai vari priorati nel corso degli anni, che vanno a formare un suggestivo piccolo villaggio dotato anche di stalle, macelleria, cucine e saloni per i convivi. Nel pomeriggio dell’8 Maggio arrivano a cavallo al santuario di San Francesco  i nuovi Priori, dopo aver ricevuto la benedizione e aver fatto tre giri intorno al Rosario; qui, durante la messa del 9 maggio ricevono il simulacro del santo dai priori precedenti ed avviene il passaggio di consegne. Conclusosi il novenario ripartono sempre a cavallo, vecchi e nuovi priori, alla volta di Nuoro portando tre piccole teche col simulacro del santo e le bandiere o Panderas, con la sosta il 10 maggio a S’Arbore nelle campagne di Marreri dove ci si ferma per il pranzo: l’ultimo evento che ricade sotto la responsabilità dei vecchi priori. In Ottobre si festeggia il Triduo: dal primo al 4 Ottobre vengono celebrate le messe giornaliere nel santuario, dove giungono nuovamente i  fedeli, alcuni sempre in processione con partenza dalla chiesa del Rosario la notte tra il 3 ed il 4.

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Festa paesana

Ulteriori Informazioni

  • citta :Nuoro
  • datazione :28 Aprile/10 Maggio - 1/4 Ottobre