“È il nostro cuore, è l’anima nostra, il nostro carattere, tutto ciò che vi è di grande e di piccolo, di dolce e duro e aspro e doloroso in noi”; così Grazia Deledda riassumeva il valore dell’Ortobene. Un monte che non solo funge da scenario fisico alle varie vicissitudini dei romanzi ma si erge a specchio dell’indole dei personaggi, in una sorta di parallelo con le miserie umane: la maestosità, l’imponenza e la grandezza si contrappongono continuamente ai limiti dell’uomo, creando così uno scambio reciproco di sentimenti e di parallelismi. Il monte Ortobene costituisce anche l’ispirazione della scrittrice, la contemplazione e la riflessione, il rapporto con la natura onnipresente nell’opera letteraria.
E’ un’ antica altura granitica ,che si eleva ad est della città di Nuoro. E’ posta ad un’altitudine di 955 m sul livello del mare e sulla cima visibile dalla città si può ammirare la grande statua del redentore, collocata in occasione del Giubileo del 1901. L’ Ortobene è da sempre la montagna dei nuoresi che la visitano per scampagnate e passeggiate o giochi all’aperto. Costituisce inoltre un parco ricchissimo di flora e fauna e di unicità naturali sotto il profilo geologico; interessanti anche diversi siti archeologici quali le domus de janas di Maria Frunza, Molimentu, Birghines e Piras. Molto apprezzata è la sentieristica ( anche ciclabile) con numerosi percorsi. Di rilevante interesse turistico è la cosiddetta “sa conca” o il “fungo”, situato al sul ciglio della strada, si tratta di un ovile ricavato all’ interno di un enorme roccia. A qualche chilometro dalla cima troviamo anche il parco di Solotti, con strutture ricettive diverse, la casa Diocesana che ospita soggiorni temporanei per comunità; a poca distanza è possibile usufruire di una struttura con piscina olimpica scoperta, meta di molti turisti e nuoresi durante la stagione estiva; sulla sommità troviamo il parco, spazio identificativo del monte, luogo di ritrovo attrezzato di giochi, dove è possibile trascorrere il tempo immersi nella natura.




