Il progetto della chiesa di Santa Maria della Neve fu affidato al frate architetto Antonio Cano. La posa della prima pietra della chiesa, avvenne il 12 Novembre 1836, i lavori rallentati a causa di un incidente sul ponteggio che vide vittima proprio Cano, terminarono nel 1853. La cattedrale, in stile neoclassico affacciato sull’omonima piazza, fu poi consacrata solennemente il 3 luglio 1873 dal nuovo vescovo Salvatore Angelo Demartis. La facciata ricorda un tempio con quattro imponenti semi-colonne in granito e capitelli ionici che sorreggono il timpano triangolare. Il prospetto è incorniciato da due campanili gemelli, che terminano a cupola. L’ampio interno è costituito da una grande navata centrale voltata a botte, nei cui lati si aprono rispettivamente tre cappelle con absidi semicircolari; essa termina con un presbiterio elevato di pochi gradini rispetto al pavimento, concluso anch’esso da un abside semicircolare in cui è collocato il coro ligneo opera di Antonio Tettamanzi. All’interno della chiesa trovano collocazione varie opere d’arte: Gesù tra i dottori, dipinto attribuito alla scuola di Luca Giordano, posto sul lato sinistro (vista fedeli) del presbiterio; Madonna della Neve di Salvatore Ghisaura; Sacra Famiglia con angeli di Antonio Caboni. Molte opere pittoriche sono ascrivibili alla scuola pittorica sarda del XIX e XX secolo, Via Crucis di Carmelo Floris e Giovanni Ciusa Romagna, Deposizione e I discepoli di Emmaus di Bernardino Palazzi; degno di nota l’altare maggiore, opera dell’architetto Giacomo Galfrè, nonno materno di Salvatore Satta, ampliato nel 1932, successivamente privato di alcuni elementi originari come il tempietto circolare, è stato ripristinato nell’ultimo restauro e riconsegnato come era in origine ai fedeli nel 2018. Il pulpito in marmo è un’opera attribuita a Francesco Cucchiari e Michele Fiaschi; da ammirare anche due statue lignee una di S. Giovanni Battista proveniente dall’omonima chiesa ormai scomparsa ed una del Cristo deposto appartenente alla confraternita di Santa Croce; le acquansantiere sono dello scultore senese Antonio Rossi. Sia il fonte battesimale risalente al 1756 che, probabilmente, la statua della Dormitio Mariae di fattura settecentesca, sono provenienti dalla precedente cattedrale, già pievania fin dal XVI secolo, di cui abbiamo poche notizie se non che in origine aveva una pianta a croce latina successivamente modificata con l’aggiunta di diverse cappelle laterali, un piccolo campanile sul lato sinistro ed una cupola; sappiamo inoltre che, secondo quanto scrive il pievano don Salvatore Roig nel 1792*, la campana risalente al 1336 della chiesa di San Giuliano fu fatta fondere per sostituire una delle campane della cattedrale che si era rotta. * Salvatore Pinna “Da Nùgor a Nùoro. Studi storici su un villaggio medievale sardo”. Edizioni Nuova Prhomos, 2022. |
Santa Maria della Neve
Chiesa
Ulteriori Informazioni
- autore :fra Antonio Cano
- citta :Nuoro
- via :Piazza Santa Maria della neve
- datazione :1836/1873